Trecentosessantacinque
22 ottobre 2017
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Per l’autunno, venire qua da noi in Brianza è davvero una pacchia. Mai visti così tanti alberi, tutti in fila, da colorare di nocciola, di senape, di rosso o di arancione e poi da strizzare e soffocare fino a farli spogliare completamente della loro chioma, per farci poi camminare o correre su un prestigioso tappeto morbido e variopinto. Ovunque guardi c’è il caldo di un colore che rimanda la mente alla brace per le castagne… benvenuto autunno con la tua tavolozza e con le tue temperature. In autunno regna sovrana sua maestà la TAPASCIATA. In attesa della prossima gara “vera”, si cerca un lungo, per finalizzare la preparazione, per mettere chilometri, e così ci si trova in mezzo ad umidi boschi nebbiosi, con altri folli corridori o camminatori, per condividere sentieri faticosi fatti di scivolose salite e discese, e infine un bicchiere di te caldo e una fetta di torta, nella speranza che al ristoro venga anche un occhiata di sole, ad illuminare e scaldare le schiene sudate!

Preludio di un inverno rigido e pallido anch’esso costellato di gare competitive e non, di campestri al gelo, situazioni in cui se non sei ben organizzato con i cambi di abbigliamento e scarpe, rischi l’ibernazione. Il generale inverno, qua da noi quando arriva, ci tiene a sottolineare chi è il padrone di casa e si appropria del terreno rendendolo duro e screpolato, prende possesso dell’aria che respiri, arrivando nelle profondità del petto col suo gelo.

Una stagione fatta di sogni e speranze: sperare che non nevichi la notte prima del Campaccio, sperare che non geli il terreno della campestre, sognare uno spiraglio di sole caldo a fine gara…

La primavera è nascita e rinascita. I nuovi runner spuntano come funghi all’ombra dei sentieri, donne che vogliono riprendere la forma perduta, uomini sorridenti finalmente liberi di correre anche la sera con una dolce temperatura che li accompagna. E quelli già allenati da tutto l’inverno sfoggiano i loro muscoli guizzanti, finalmente liberi da tessuti termici e goffi k-way. Spogliarsi dunque è uno dei piaceri della vita?

Ma la dolce primavera dura davvero poco che già il caldo ci investe con l’estate.

Quando arriva l’estate c’è meno gente in giro e più di tanto non ci si può proprio spogliare, se non in riva al mare! il sudore copioso scende ad irrigare volti fino a poco prima sorridenti… e il caldo smorza ogni entusiasmo! Le giornate diventano più lunghe, a volte anche troppo, il sole gioca a fare i gatto col topo con noi runner che cerchiamo percorsi all’ombra per fare un’oretta di corsa… e quasi sempre vince il gatto. Inutili picchi di caldo che ci soffiano addosso un vento da asciugacapelli, inutili e sudate notti calde senza trovare pace. Qua si lavora sempre e la notte insonne per il caldo poi si paga dietro la scrivania, sui mezzi, nelle officine… nella corsa. Ma poi arriva di nuovo l’autunno, con i suoi appuntamenti le sue date, e forse la tua prima maratona. Forse è la stagione giusta, per la “gara vera”. O forse non c’è stagione giusta per correre ma solo opportunità da sfruttare: nel fiorire verde della primavera, sotto l’acqua dei temporali estivi, nel fango dell’autunno, nell’aria gelida dell’inverno, nelle albe della torrida estate.

E allora? E allora corri!!!