PAROLA DI TOP DOC
8 aprile 2019
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Ho il piacere di proporvi il racconto di una storia vera… ma da superman, Gianluca ilCast ci racconta il suo 7/4/2019: “Come forse già si sa, ho deciso di preparare la 100km del passatore, mi sono lasciato conquistare dal fascino di questa gara e soprattutto ormai mi sono sfidato…

Nella programmazione degli allenamenti, è prevista una serie di salite, ma soprattutto dei Lunghissimi compresi tra 30 e 60-70 Km e la Milano city Marathon cascava a pennello per i 60 km e cosi decido di farla, con 18 km pre-gara per poi sfruttare la scia e l’entusiasmo della gara per un totale di 60 km.

Il “piano” prevede 18 km a ritmo soft e poi provare una progressione, con maratona in 3h o più’ probabilmente 3h e 15, sfruttando i peacer.

Questi allenamenti sono complessi, almeno per me, perché oltre all’impegno fisico e mentale è richiesta un’attenzione particolare all’alimentazione, quindi, una sorta di piccolo “bagaglio a mano” (tasche, caricatori tipo Rambo e pertugi improvvisati) pieno di gel e 1 o 2 Barrette da “provare” fanno parte del test.

Pianifico tutto come sempre e alla fine decido per acqua ad ogni ristoro, un gel al 9, 19, 29, 39, 49 e 55 (utile solo alla mia testa). Barretta al 30mo km (glucidica).

Mattina sveglia “impossibile” per la colazione, 5:30. Parto con amici per MIlano alle 6:20, arrivo alle 7:10 al deposito borse e parto subito: inizio a correre come un criceto in Gabbia nel Parco dei Giardini dentro l’area riservata ai Runner e poco prima della partenza davanti alla Griglia per un totale di 18 km a ritmo tranquillo.

Mentre sono li’ incontro i compagni di squadra, mi fermo un attimo a parlare, sono tutti gasatissimi, grande gioia, atmosfera perfetta, mi trasmettono grande entusiasmo.

Riprendo la corsa pre, con qualche riflessione, “questa è la giornata perfetta”, per la temperatura e la pioggerellina per provare il Pb, ma ero consapevole che nella mia situazione avrei probabilmente rovinato tutta la preparazione successiva della 100km, (probabilmente non sarei riuscito a recuperare) e quindi ci metto una pietra sopra, decidendo di farla in 3h, o almeno provarci seriamente.

Inno di Mameli, mi accodo in griglia e si parte…. mi posiziono davanti ai peacer delle 3h, un po’ dubbioso sulla mia capacità di tenuta, ma dopo qualche km acquisto fiducia, arrivo alla mezza molto bene (per me il 39 km!!), ancora in spinta poi al 33/34 (51/52) inizio a vacillare, a sentire la fatica, diventa sempre più difficile “tenere”, ma non mollo fino al 40° km quando, raggiunto dai peacer, inizio a fare (con i soli 3 neuroni attivi che nuotano nell’acido lattico) , i conti sulla distanza rimanente e il tempo disponibile e “capisco” (parolona) che sarei arrivato “a filo ” delle 3h ma a patto di non mollare completamente.

Corro, passo dopo passo, dolori diffusi, qualche crampetto e tante facce amiche ad incitare, vedo il traguardo con gli ultimi secondi che scorrono inesorabili per star sotto serve un ultimo sprint… vado spingo l’ultima accelerazione eee… 2 h 59′ 57 ” praticamente perfetta!

All’arrivo la mia famiglia, giusto il tempo di condividere la gioia e poi: arrivano i doloracci attesi, noti, del post gara, ma nonostante tutto sono contento perché ho fatto un grande allenamento, felice e un po’ sorpreso.

Ciao a presto G.”