VIAGGIO
1 dicembre 2017
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mi sentirei di dirti che il viaggio cambia un uomo e il punto di partenza sembra ormai così lontano”

Bello e vero. E molto simile a quello che può essere una gara, una di quelle lunghe… girano voci che ti portano a considerare runner, solo chi ne affronta una lunga: la Maratona 42,195 km di fatiche, la 50 oppure addirittura la 100 km.

Certo che per decidere di affrontare un’impresa così, già ci vuole voglia di impegnarsi e di mettersi in gioco e anche un fondo di autostima. Poi ci vuole tecnica, tempo, la compagnia giusta, una guida… Vero è che da soli a volte si ha paura a fare, si ha la sensazione di sbagliare e spesso ci si blocca per non trovarsi in errore,  senti il sapore del dubbio, dell’adrenalina, della paura.

E chi ce la fa da solo a prepararla… tanto di cappello!!! Mentre con qualcuno si ragiona meglio. Si condivide e spesso si divide il carico, almeno quello emotivo, il carico di allenamento c’è, ed è tutto tuo, e te lo devi fare! Ma pensare che sia solo fatica è sbagliato. Chi vive questa esperienza poi certamente decide di affrontarla di nuovo, spesso lo decide il giorno stesso, appena finito la gara, con addosso ancora il sudore, con le gambe rotte, con l’emozione che dagli occhi riga le guance. Perché la GARA è un VIAGGIO, forse il più importante e te ne accorgi solo durante il tuo viaggio perché le emozioni si rincorrono e tra stomaco e pelle girano e cambiano i sapori delle cose che provi.

Inizia tutto, con una forte emozione, come le cose migliori.

E decidi di mettere lì il tuo nome sulla lista degli iscritti.

E i primo passo è fatto.

La voglia di mettersi in gioco e la paura di farlo. La sensazione di non essere all’altezza di questo gioco, e la voglia di credere di meritarselo, e il tempo fra quel momento e la data della gara che inesorabilmente inizia il suo ticchettio. Senza farsi prendere dall’ansia, però pianificando ogni uscita, in maniera d’arrivare preparato il giorno dell’esame… ops che lapsus GARA, come se fosse la MATURITÀ? È questo che viene richiesto? Un percorso da affrontare con impegno quotidiano (o quasi) e poi il coraggio nel dominare le proprie emozioni (sempre), gestire al meglio il proprio corpo, e godersi la soddisfazione di quel tempo segnato a fine gara, come se fosse un voto, con la differenza che probabilmente è solo il primo di tanti!

MaturitàUn viaggio.

Percorrere strade mai percorse in città che non conosci, col gruppo, dietro a un palloncino, con persone qualunque che semplicemente si sono iscritte come te a questa stessa gara, qualcuno che, come te, va verso questa nuova esperienza, con timore, con impegno, col sorriso, è un dono, un dono speciale del destino.

Ma soprattutto un viaggio dentro te stesso, alla  conoscenza delle tue debolezze, dentro quegli angolini bui dei “non ce la faccio” angolini dai quali devi riuscire a uscire e pulire via ragnatele di pensieri negativi.

Scoprirai di non essere instancabile, invincibile, impeccabile, scoprirai che spesso vincono i “non ho voglia” i “non ce la faccio” i “fa freddo” i “fa caldo”… spesso vincono i dolori, scoprirai di essere un essere imperfetto e corruttibile e che i tuoi tendini, legamenti o cartilagini, sono fragili… scoprirai che anche ora che sono esposti tutti tuoi difetti, non sei solo, scoprirai che ti piaci così. E fai il tifo per te stesso, con la tua famiglia e i tuoi amici… ai quali è da 4 mesi circa che parli solo della tua GARA

Niente può ostacolare il tuo viaggio. Te lo meriti.

“La meta non è un posto ma è quello che proviamo e non sappiamo dove né quando ci arriviamo.” M.M.

Direi anche “come” ci arriviamo