Quelli dalle strane voglie
29 dicembre 2018
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Voglia d’aria pulita, gelida, ma pulita.

Voglia di polmoni famelici.

Voglia di salite.

Voglia di sorprendere gli alberi nascosti sotto il ricamo del ghiaccio.

Scontrarsi con la dura realtà del terreno bagnato ma ghiacciato, e quindi asciutto e fragrante, come il pane appena sfornato, con la sua crosta croccante. Nessun disturbo sotto le suole. Tutto ok, tutto nella norma.

Voglia di farsi una sudata, voglia di sentire le gambe friccicare, quel brucìo leggero, nessun dolore o indolenzimento, solo sentire scorrere il sangue nei muscoletti. Sentirsi vivi. Benvenuta corsetta mattutina! Benvenuto scricchiolìo che mi fa chiedere se sia il rametto secco o il ginocchio invecchiato… rametto sicuramente.

Il tempo non passa per chi è giovane dentro.

Anzi passa, ma #chissenefrega.

Voglia di prendere freddo la mattina presto “ma chi me lo ha fatto fare, stavo così bene sotto le coperte!” poi ti guardi attorno e sono tutti lì con la testa fumante sotto il cappellino imbrinato, (imbranato è chi non s’è alzato!) tutti con lo stesso sguardo sveglio, tutti con lo stesso sorriso. Sono tutti come te. Questo è: appartenenza, molto più di una divisa, di una bandiera, una spilla, è scoprire fratelli fra gli sconosciuti. Si, perché no? Affinità elettive.

Voglia di sentirsi dire ancora “copriti!!!” come quando si era bambini. Ma che c’è di male se non sento il freddo? Se non sento il caldo? Se non sento altro all’infuori della voglia di fare che oggi mi ha svegliata? Voglia di uscire a correre dopo il lavoro, con la luna che illumina la strada, andare anche se non si vede nulla, andare, per sfogare, per sciogliere la tensione, per liberare la mente, per sentire scorrere il sangue nei muscoletti. Sentirsi vivi.

Affrontare le solite cose, le solite uscite, la solita gente, ma con una nuova forza motrice, una nuova regola da seguire: scrivere solo se si ha qualcosa da dire, anche sui social(o forse leggere solo se si ha voglia di ascoltare e di mettersi alla prova), cercare di capire un diverso punto di vista, un punto di partenza distante… un punto d’arrivo differente, poi correre comunque, anche senza “gare” da preparare, correre perché ti va di farlo, perché ti fa stare bene. Voglia di stare bene.

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Un nuovo anno, un calendario di caselline tutte bianche da compilare, un nuovo spirito da applicare alle solite cose, le solite uscite, la solita gente. Prendi la penna e scrivi nella casella del tuo domani: CORRERE (anche senza “gare” da preparare correre perché ti va di farlo, perché ti fa stare bene) e poi fallo, unisciti a quelli dalle strane voglie.