Fatti miei
11 giugno 2018
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È ormai una piacevole abitudine per me la mattina indossare le scarpe da runner e poi intraprendere il solito percorso tra le vie, prima di raggiungere il bosco o la ciclopedonale, che mi faranno da tapis-roulant nella corsa quotidiana, e cuffiette nelle orecchie, entro nel mio piccolo mondo fatto di ritmo e di immagini… non vedo molto di quel che mi succede attorno, concentrata nello srotolarsi del poco traffico mattutino, nello schivare qualche incrocio o saltare qualche radice. Io questi alberi li ho visti crescere, alcune pozze le ho viste nascere e poi acquazzone dopo acquazzone prosperare tanto da diventare paludose tane per rane e culle per girini. Non ho occhi per altro che non sia necessario a evitare l’infortunio o a provare e memorizzare un nuovo percorso. Poi mi rallegro dei dieci fatti. Poi mi doccio. Poi mi imborghesisco di vestiti casual. Poi esco per qualche piccola commissione… ed ecco che mi coglie impreparata lo sguardo indagatore, e le domande, della ragazza di turno: “ti ho vista anche stamattina… in giro da sola… ma corri tutti i giorni? Ma perché lo fai?”

No non corro tutti i giorni, solo quando ne ho voglia, solo quando ne ho tempo, solo quando ho bisogno di sfogarmi… si corro tutti i giorni! No non sono da sola… no no ho paura… cioè sono sola, ma non per tutto il percorso, magari anche solo quando ci incrociamo, poi mi trovo con qualcuno lungo la strada, a volte… si sono da sola! Perché lo faccio? Perché no? Perché riesco, perché posso, perché mi piace, perché tu no?… mi sento tanto Raz Degan ma il suo “non so perché, sono fatti miei” non mi viene, non con lo stesso piglio ombroso e pieno di fascino, quindi mi limito a cercare motivazioni alla portata di tutti: perchè mi fa stare bene, perchè mi rilassa, perchè è ormai una piacevole abitudine, perchè mi sento parte di un gruppo di anime simili a me, e pur non avendole accanto, mi accompagnano lungo l’uscita, perchè sto all’aria aperta nella natura e trovo una dimensione piacevole, bucolica, perchè adoro l’odore della terra bagnata, perché “non costa niente, è divertente” (Cosmo)

Forse aveva ragione Raz: “perché… non so perché, sono fatti miei