Antonio in Crioterapia
15 giugno 2018
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Antonio Pelliccioli partecipa alla AltaValtellina Skyrace 2018. Ecco il suo commento

Finalmente un weekend libero, dopo 2 mesi passati sui campi di atletica a seguire i ragazzi con le loro gare su pista, finalmente posso allontanarmi e andare a correre nel mio ambiente preferito: la Montagna, in mezzo alla natura, dove non c’è asfalto e cemento, piste di atletica in tartan e pedane di lanci e salti.

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Nonostante il poco allenamento voglio andare, voglio affrontare la “AltaValtellina Skyrace 21km x 710d+” Bormio, nella bellissima Val Viola. Oggi qua non guardo il risultato (x quanto mi riguarda), oggi guardo quello che mi danno questi paesaggi che farò correndo, è tutto un insieme di corsa, paesaggi e natura.

Oggi attraverso gli occhi e il respiro, farò una ricarica di energia energia e bellezza… la bellezza salverà il mondo!

Piedi a terra, infilati nelle scarpe, la gara si svolge tutta in quota da 1800m a 2200m, infatti mi sento subito in debito di ossigeno, e dopo i primi (e ultimi) 100m di asfalto, partono 10km tutti in salita con tratti di falsopiano dove posso prendere respiro. Quadricipiti e polpacci devono lavorare, si arriva al rifugio Viola circondato da laghi e alte cime innevate, dopo essere passati da sentieri dove osano solo le capre, brughiere con trappole x le nostre caviglie “…uscir nella brughiera di mattino dove non si vede a un passo, per ritrovare sé stesso…”  pietraie, rigagnoli ovunque, vista la dolce primavera che scioglie la neve, torrenti, fiumiciattoli, ponticelli, cascate, per gli occhi e il nostro fisico sono come integratori!

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Nonostante l’incanto che si prova con questi paesaggi, non bisogna mai togliere lo sguardo dal terreno per evitare possibili infortuni, si può godere dello scenario quando ci si ferma ai ristori. Arrivati al rifugio Viola gli altri 11km sono quasi tutti in discesa, da non sottovalutare, muscolarmente è quasi più faticosa della salita, qui lavorano gli adduttori si scende appoggiando prima i talloni e si cerca di non frenare xchè i crampi sono in agguato. Queste sono gare bellissime non solo per la parte atletica di corsa, e scalata ma soprattutto per tutto l’insieme, la sfida con l’altezza, la fatica fisica, la capacità di concentrazione, l’animo per apprezzare i paesaggi e l’integrità dell’alta quota. Sicuramente faticose a livello fisico, ma arrivando al traguardo si è ripagati da un’immensa gratificazione.

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Dopo una gara di queste, sicuramente si è sollecitata molto la muscolatura delle gambe, quindi secondo gli esperti ci vuole una bella seduta di crioterapia… niente di spaziale, immergere le gambe nella vasca dove bevono le vacche o nel fiume lì vicino… un toccasana.

Questo è quello che trovate, e voleva essere un invito a  provare a fare queste manifestazioni/gare di corsa in Montagna e Trail.

Mi auguro che qualche ”RAGAZZO” anche giovane,sopratutto qualche mio allievo abbia la passione per questa specialità che può dare solo grosse soddisfazioni anima e corpo. Provare x credere.